Destino di sangue by Sara Marino

Destino di sangue by Sara Marino

autore:Sara Marino [MARINO, SARA]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788899964610
editore: Le Mezzelane Casa Editrice
pubblicato: 2017-06-25T22:00:00+00:00


Capitolo XXXIV

«Dove mi stai portando Lucas?»

«In un posto sicuro, lì potrai riposare un po’, nessuno ti troverà.»

Atterrammo sul un tetto di un palazzo di quattro piani e da lì saltammo sul marciapiede.

«Vieni.»

Con una leggera pressione sulla maniglia Lucas aprì il portone e salimmo fino al secondo. Ci fermammo davanti una porta color crema, con un delizioso gatto dipinto nella parte bassa dello stipite. Lucas suonò, poi iniziò a colpire la porta con la mano.

Poco dopo Giulia spalancò la porta borbottando: «Chi diavolo è a quest’ora?» ma appena ci vide si bloccò e ci guardò sorpresa.

Mi dissi che nessuna ragazza che viva da sola avrebbe aperto la porta senza neanche domandare chi fosse, ma naturalmente un demone capace di uccidere un uomo in un battito di ciglia non ha di questi problemi.

Si fece da parte lasciandoci entrare. Lucas mi accompagnò fino a un divano con la tappezzeria a fiori gialli, poi Giulia lo trascinò via.

Quando tornarono si fermarono dietro le poltrone che accompagnavano il divano, di là da un tavolino. Giulia mi guardava con aria preoccupata.

«Non ho intenzione di farvi male. Potete anche sedervi», borbottai.

Giulia scoppiò a ridere.

«Tesoro, lo so che non vuoi abbrustolirci, solo che, cerca di capirmi, non mi sento del tutto tranquilla. Ti ho sentito! Dio, credo che tutta la nazione ti abbia sentito.»

Si sedette accanto a me e mi prese la mano.

«Lucas mi ha raccontato quello che ha visto dopo che ti ha sentito gridare. Puoi spiegarci meglio quello che è successo prima? Se te la senti, ovviamente.»

«Non lo so cos’è successo», risposi sospirando. «Dopo l’attacco nel vicolo Lucas mi ha portato al Collegio, poi se n’è andato. Io stavo male, la ferita era grave, probabilmente aveva sfiorato il cuore. Coleman è uscito a prendere la cassetta del pronto soccorso e mi lasciato con Elia. Stavo sempre più male, non respiravo, a un certo punto lui si è avvicinato e io l’ho bloccato. L’ultima cosa che ricordo è di avergli stretto le mani intorno alla testa… Non so che cosa gli ho fatto, ma quando Coleman mi ha riscosso dalla specie di trance in cui ero caduta, lui era esanime tra le mie braccia e io mi sentivo benissimo. Poi ho iniziato a litigare con Coleman e…»

«E ti sei trasformata», concluse Giulia.

Annuii.

«Coleman non mi ha mai detto che mi sarebbe successa una cosa del genere. Ho letto qualcosa sulla pergamena, ma pensavo fossero solo fantasie di chi l’aveva scritta. Perché?»

Lucas si si sedette sul tavolino, tra un vaso di cristallo e due candele color oro.

«Perché se lo avesse fatto avrebbe dovuto affrontare qualcosa per cui non era preparato, non certo per cattiveria. Conosco Coleman da molti anni e lui non è come gli altri, è più incline al dibattito e, anche se la sua natura di cacciatore è molto forte, sono convinto che ti voglia bene.»

Le sue parole mi avvolsero, calde e intense come una morbida sciarpa di lana.

«Voi sapete di cosa esattamente abbia paura di parlarmi? Giulia, tu sai che cosa sono io?»

Mi scappò un gemito. Chi mai penserebbe di dover fare una domanda del genere? Che cosa sono io? Io non lo sapevo più.



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